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banci buonamici saluto

VERBANIA - 17-06-2023 -- “C’è stato un magistrato che non ha chinato il capo aderendo ad altrui desiderata, ed allora lo si è estromesso cercando di screditarlo, attribuendogli illeciti inesistenti”. È questa la sintesi con cui l’avvocato Gabriele Pipicelli, all’epoca dei fatti -due anni fa- presidente della Camera penale di Verbania e in prima fila nel chiedere lo sciopero a seguito dei fatti del Mottarone, inquadra l’esito della vicenda disciplinare che ha riguardato Donatella Banci Buonamici (nella foto). Ex presidente della sezione penale del Tribunale di Verbania, è stata assolta da ogni addebito di natura disciplinare dal Csm, prosciolta dalle accuse rivoltele dopo il rilievo dei commissari ministeriali perché, nell’autoassegnarsi il fascicolo del Mottarone (non convalidò i fermi degli allora primi tra indagati), avrebbe violato regolamenti interni, fatto respinto anche dalla Procura generale, che ne aveva chiesto l’assoluzione.

“Ma il danno quel magistrato l’ha comunque già subito – dichiara l’avvocato –. Non una lite tra magistrati, come qualcuno ha scritto, ma una vera e propria aggressione subita dalla dottoressa Banci e ai principi del giudice naturale, dell’indipendenza ed imparzialità del giudice, del principio costituzionale che lo dovrebbe vedere sottoposto solo alla legge, così come gli arti. 111 e 101 della Costituzione prevedono. Le Camere Penali a fronte di quell’aggressione reagirono fermamente pur dichiarando un’astensione dalle udienze”.
“Al di là della separazione delle carriere, intervento che ritengo assolutamente necessario unitamente alla destinazione di significative risorse per il funzionamento del sistema giudiziario – conclude –, credo che tutta l’avvocatura quando accadono vicende come quella accaduta al giudice Banci abbiano il dovere di schierarsi a difesa di quei principi che garantiscono terzietà ed indipendenza del giudice”.

 


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