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VERBANIA - 21-06-2023 -- Escono dall’indagine scagionati, con le loro posizioni -l’iscrizione nel registro degli indagati fu un atto dovuto per poter svolgere l’incidente probatorio- che sono state archiviate, i sei tecnici manutentori che ebbero a che fare con la funivia del Mottarone. Il gip Mauro D’Urso ha accolto le richieste del procuratore Olimpia Bossi e del sostituto Laura Carrera per Rino Fanetti, Alessandro Rossi, Davide Moschetti, Fabrizio Pezzolo, Davide Marchetto e Federico Samonini.

Nulla hanno a che vedere col disastro del 23 maggio 2021, che costò la vita a 14 persone e che avvenne, secondo i periti del Tribunale, per il mancato inserimento dei forchettoni nei freni d’emergenza che non scattarono quando la fune traente della cabina numero 3, quasi arrivata in cima, si spezzò perché gravemente danneggiata senza che ne fosse stato riscontrato il logorio, ignorando i protocolli di sicurezza.

Quel monitoraggio non spettava ai sei, che sono quasi tutti riconducibili a tre società manutentrici subappaltatrici di Leitner. Per la multinazionale altoatesina, indagata come società al pari di Ferrovie del Mottarone, e con tre suoi manager, Anton Seber Anton e Martin Leitner (amministratori) e Peter Rabanser (responsabile del servizio clienti), lavora Rino Fanetti, colui che nel 2016 si occupò della testa fusa, l’elemento di raccordo del cavo che viene incastrato nella cabina e che sarebbe dovuta essere sostituita entro la fine del 2021. Quell’elemento – è stato accertato – fu realizzato a regola d’arte e verificato. Per altre manutenzioni la società delegava altre ditte.

Come Scf Monterosa, il cui titolare è l’anzaschino Federico Samonini, che aveva il compito di condurre controlli generali due volte l’anno, effettuare a chiamata manutenzioni meccaniche, simulando l’intervento dei freni di emergenza ma non avendo l’onere di verifica della testa fusa. La torinese Sateco era chiamata a effettuare i test magneto-induttivi sui cavi. Alessandro Rossi e Davide Moschitti li avevano condotti nel 2019 e nel 2020, senza che emergessero anomalie. Rvs, società di Torino per cui lavorano Fabrizio Pezzolo e Davide Marchetto, aveva operato sui freni di emergenza che risultavano difettosi. Il loro intervento non ha nulla a che fare con l’incidente, avvenuto perché il caposervizio Gabriele Tadini, consapevolmente, fece viaggiare la cabina inserendo i forchettoni che impedivano la chiusura della ganascia del freno d’emergenza.

Con lo stralcio di queste posizioni ci si prepara per l’avvio del processo. La Procura ha notificato l’avviso di chiusura indagini a Leitner, Seber e Rabanser, a Leitner come società e a Ferrovie del Mottarone, oltre che a Luigi Nerini, Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, rispettivamente socio e amministratore unico dell’impresa di gestione, direttore tecnico (in teoria soggetto indipendente ma, in questo caso, anche collaboratore di Leitner), e caposervizio. Le difese possono produrre documenti e chiedere che gli indagati siano interrogati. Dopodiché la Procura potrà chiedere il rinvio a giudizio, che sarà vagliato dal gup. Le accuse sono, a vario titolo, di omicidio colposo, lesioni colpose, disastro colposo, violazione delle norme di sicurezza, falso.

 


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