VERBANIA - 14-06-2023 -- “Sono intimorita: chiedo un order of restriction per questo branco che dice bugie”. È arrivato quasi a fine udienza, quando doveva essere sentito uno degli ultimi testimoni della “faida” di vicinato con uno degli usufruttuari della storica cascina di famiglia di cui è erede, il fuori programma della parte civile. Lei è un’artista italiana che vive da decenni a New York, discendente d’una famiglia dell’alta borghesia proprietaria da secoli di un vasto possedimento di terra a Oleggio Castello, una tenuta con allevamento di cavalli e bovini passata di mano dopo la morte della zia. Che, andandosene, ringraziò i collaboratori d’una vita donando loro beni o concedendogli in usufrutto porzioni di quel possedimento per le quali, in particolare con questa erede newyorchese, i rapporti sono pessimi.
Due di loro sono a processo. Uno è accusato di minaccia grave, d’aver cercato di investire con l’auto la donna, di fronte a due testimoni. Il processo, che si trascina da tempo e che è stato istruito due volte per via del cambio di giudice, è assai “animato”, in particolare per le intemperanze della parte civile, che spesso interviene in commento ai testimoni, oppure esternando il timore verso la controparte. L’ha fatto ancora oggi, nonostante la presenza in aula di due carabinieri e nessun atteggiamento vessatorio o intimidatorio dei testimoni nei suoi confronti. Il giudice Marianna Panattoni ha fatto mettere tutto a verbale, trasmettendo gli atti alla Procura della Repubblica, chiamata a chiarire se davvero esistano minacce reali.
Stando ai fatti del procedimento, i testimoni della difesa e l’imputato hanno negato il tentativo di investimento, ma ricordando che pochi giorni prima era stata la parte offesa a disturbare, girando con l’auto nel cortile e strombazzando il clacson, la festa di compleanno dell’imputato. Per la sentenza, invece, si andrà a fine estate, lo stesso giorno in cui si discuterà l’altra causa, contro un diverso ex dipendente oggi usufruttuario, accusato di fatti simili.