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tettoia intitolazione cacciami

VERBANIA - 13-6-2023 -- "Verbania dedica questo imbarcadero, luogo di approdi e di partenze a Monsignor Giuseppe Cacciami. Prete, intellettuale, giornalista. Verbanese di adozione e di passione". Nella scritta incisa sulla lastra di marmo messa su un pilastro della vecchia tettoia di Intra, tutto il senso che l'amministrazione comunale di Verbania ha voluto imprimere nella dedicazione dell'imbarcadero al prete che per oltre mezzo secolo ha inciso col suo carattere, con le sue parole e con le sue azioni, nel profondo la vita pubblica verbanese. Una città che aveva scelto e della quale era diventato Storia. Perchè la Storia di Verbania della seconda metà del XX secolo, non può prescindere da don Cacciàmi. Dalla sua attività intellettuale, ma anche da quel Chiostro Famiglia Studenti nato come convitto per gli studenti e diventato centrale nella vita sociale e culturale cittadina, ma non solo, perchè il Chiostro albergo è diventato casa ospitale per migliaia di turisti ogni anno. E don cacciami, come ha ricordato il sindaco Marchionini, nella vocazione turistica di verbania ha creduto da sempre.

Alla cerimonia di lunedì sera, alla presenza di tutta la Verbania che l'ha conosciuto ed apprezzato, apprezzato nonostante le acute spigolosità del carattere, la figura del monsignore è emersa come una sorta di nume tutelare mentre in molti hanno - semplicemente - voluto ricordare come don Giuseppe amasse particolarmente passeggiare sul lungolago dove non era infrequente incontrarlo.
"Don Cacciami educatore, don Cacciami comunicatore, don Cacciami animatore". Così il vescovo Brambilla ha riassunto i caratteri salienti della personalità del sacerdote che aveva scelto questa sponda di lago come sua casa. Uomo mai banale e capace di indurre al ragionamento. Sul sacerdote abbiamo chiesto il parere di Aldo Reschigna, del sindaco Silvia Marchionini, del vice presidente della Provincia Rino Porini e del consigliere provinciale e comunale, Giandomenico Albertella. Per molti versi concordano (video).
Il ricordo ufficiale dal palco è stato invece pronunciato da Paolo Micotti che di don Giuseppe è stato a lungo amico. Nei suoi ricordi un vero e proprio elogio ad un'altra virtù che il monsignore aveva saputo coltivare: il senso dell'amicizia. A scoprire la traga sono stati i nipoti del monsignore, giunti appositamente dal Vercellese, dove don Cacciami nacque cento anni fa. 

 

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