CANNOBIO – 06.01.2016 – Domani è il giorno del “lumineri”,
della più antica e importante ricorrenza religiosa del Verbano e di una festa che da quasi mezzo millennio si ripete, solenne, suggestiva e partecipata, ricordando il miracolo della Sacra Costa.
Nel gennaio del 1522, in una delle stanze al primo piano dell’osteria di Tommaso Zaccheo, che aveva la sua locanda sul lungolago di Cannobio, avvennero fatti prodigiosi. Appeso al muro vi era un piccolo dipinto alto e largo una spanna e mezza, raffigurante la Pietà di Cristo tra la Madonna e Giovanni evangelista. La sera dell’8 gennaio quell’immagine sanguinò provocando stupore e sgomento. La sera successiva dalla ferita si staccò una porzione di costola finendo sulla tavola apparecchiata sottostante. Il fatto venne accolto come un miracolo (che si ripeté il 10 e il 28 gennaio) e la costa venne raccolta in un calice e portata in processione nella chiesa parrocchiale, dove si trova tutt’ora. A accoglierla c’è un prezioso reliquiario donato dal cardinale Federico Borromeo nel 1605. E proprio a quest’ultimo sono legati la storia e il culto della “Sacra Costa”, che nel 1607 vide nascere la “Confraternita della Devozione”, che ristrutturò la camera dell’osteria Zaccheo ricavandone una cappella. In quella cappela il cardinale Borromeo celebrò la sua penultima messa prima di morire. E fu lui che sollecitò la realizzazione di un Santuario degno di celebrare quei fatti miracolosi.
Progettato dall’architetto Pellegrino Tibaldi, lo stesso che ha disegnato la cattedrale di San Gaudenzio a Novara, l’edificio di culto sorse a cavallo del ‘600 con il sostegno finanziario dei residenti del borgo cannobiese e fu completato a inizio ‘900 con la facciata in granito rosa di Baveno progettata da Febo Bottini.