VERBANIA - 22-11-2022 -- Nessun risarcimento, basta una lettera di scuse a tutte le donne per il linguaggio sessista utilizzato sul social network. È questo l’accordo raggiunto tra gli avvocati del sindaco reggente di Omegna, Mimma Moscatiello, e del militante di destra cusiano Francesco Romano, per chiudere la querelle mediatica sorta nell’ottobre del 2018 su Facebook. Nell’ampia piazza del social network l’allora primo cittadino, Paolo Marchioni, pubblicò un post polemico sull’arresto del sindaco di Riace Mimmo Lucano taggando Moscatiello (che era stata candidato sindaco per i comunisti) e lanciandole una provocazione. Il dibattito che ne scaturì, tipico botta e risposta con tifo da stadio tra questa e quella fazione con linguaggio triviale annesso, vide Romano intervenire con affermazioni quali “Hei puttana, la colpa è di voi comunisti di merda!!!!!”, “lascia stare Salvini, troia!!!!”, “zecca maledetta!!!!”. Ritenendosi la destinataria di quelle affermazioni -circostanza negata dalla difesa di Romano, finito a processo per diffamazione aggravata- Moscatiello sporse querela, nonostante poi il post fosse stato rimosso.
Da quei fatti ne è passata di acqua sotto i ponti, e non solo per la pandemia. Marchioni non è più sindaco e Moscatiello, diventata la scorsa primavera vicesindaco di Alberto Soressi, dopo la morte del primo cittadino ha assunto la reggenza della città sino a nuove elezioni. L’animosità è venuta meno e le parti hanno concordato di chiudere pacificamente la questione, senza risarcimenti ma con le scuse. Scuse che Moscatiello pretende per tutte le donne, perché al di là di chi fosse il destinatario di quelle affermazioni, il tono è stato volgare e offensivo verso il genere femminile. Un accordo in questo senso è stato raggiunto tra gli avvocati, Andrea Cattaneo per l’imputato, Daniela Melfi per la parte civile. Manca solo che sia ratificato davanti al giudice, che ha rinviato per chiudere formalmente la vicenda con la remissione di querela.