STRESA – 04.01.2015 – La tassa di sbarco
anche per i barcaioli. Il regalo di fine anno del governo agli operatori turistici stresiani è arrivato con la legge di Stabilità. Un regalo che si chiama “imposta di sbarco”, quel balzello che ogni turista che mette piede sulle Isole Borromee deve pagare al comune di Stresa. Fino a pochi giorni fa l’unica a doverlo esigere, riscuotere e versare era la Navigazione del Lago Maggiore, che peraltro non ha accettato di buon grado e ha avviato schermaglie legali e giuridiche ricorrendo al Tar e sollevando questioni di legittimità costituzionale.
Tutto nasce da una legge del 2012 e dalla sua applicazione, che Stresa ha votato nel 2014. La legge 44, il “Salva Italia” del governo Mario Monti, per far sì che alcuni enti locali potessero avere ulteriori risorse economiche, stabilì che “I comuni che hanno sede giuridica nelle isole minori e i comuni nel cui territorio insistono isole minori possono istituire (…) in alternativa all'imposta di soggiorno (…), un'imposta di sbarco, da applicare fino ad un massimo di euro 1,50, da riscuotere, unitamente al prezzo del biglietto, da parte delle compagnie di navigazione che forniscono collegamenti marittimi di linea”.
Stresa aveva atteso l’aprile del 2014 per istituire l’imposta di sbarco – a 50 centesimi per ogni turista – e, nel farlo, aveva battuto cassa solamente alla Navigazione Lago Maggiore in quanto “compagnia di navigazione che fornisce collegamenti marittimi di linea”. Non essendo i barcaioli, singoli o radunati in consorzio, operatori di linea, erano rimasti esclusi dal ruolo di esattori. Contro l’imposta, come detto, la Nlm aveva ricorso al Tar, sia per quell’aggettivo “marittimo” che non si riteneva adatto alla realtà del Lago Maggiore, sia per altre ragioni. Ora il governo, forse anche per porre fine ai dubbi interpretativi, ma anche per cancellare ogni disparità, ha corretto quel testo, cancellando l’aggettivo marittimo, e specificando che i soggetti cui si applica l’imposto sono i vettori pubblici e privati.
Va ricordato che l’imposta non è un obbligo, ma una scelta politica, che Stresa compì per assicurarsi il denaro per interventi e spese in quello specifico settore (i proventi dell’imposta sono destinati a spese turistico-lacuali). La decisione di estenderla ai barcaioli, di conseguenza, è un atto dovuto. Come e con quali modalità è tutto da vedere.
Interpellata sull’argomento, la maggior parte dei barcaioli, che in questo periodo della stagione si gode le ferie o pensa alla manutenzione dei natanti, cade dalle nuvole e prima di commentare aspetta di saperne di più.
Nel 2015, solo dalla Navigazione Lago Maggiore, il Comune ha introitato circa 150.000 euro di imposta di sbarco. Dai barcaioli potrebbe arrivare una cifra anche superiore.