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assemblea veneto banca 2015
MONTEBELLUNA – 18.12.2015 – “Futuro in azione”.

C’è anche uno slogan, una novità per un evento del genere, a scandire la storica assemblea di Veneto Banca che si terrà domattina a Volpago del Montello, nel Trevigiano. Di norma comunicazione e marketing sarebbero inutili in un consesso di soci di una società per azioni, ancorché cooperativa, ma la posta in palio è troppo grossa per lasciare qualcosa al caso.

Depurato da tutto, proteste e polemiche in testa, il nodo cruciale dell’assemblea è contenuto nell’ordine del giorno, articolato in tre punti (il quarto è la nomina di tre membri del cda): a) trasformazione da cooperativa a spa, b) aumento di capitale da un miliardo di euro, c) quotazione in Borsa. Senza tre “sì” a tutti i quesiti, ci sarà il commissariamento. A dirlo, con due lettere spedite ai soci a breve distanza l’una dall’altra, è stato il presidente Pierluigi Bolla. A ribadirlo, affinché non ci siano equivoci, è stata la Banca centrale europea. Da Francoforte a Montebelluna è partita una missiva, che sarà obbligatoriamente letta domani ai soci e della quale sono trapelati ampi stralci sulla stampa nazionale, in cui le opzioni si riducono a due: o si approva il piano che i tecnici Bce definiscono “Serenissima”, o la banca sarà commissariata.

Detto questo e chiarito che la trasformazione in spa richiede un quorum dei due terzi dei voti, la variabile dei “furenti” non è da trascurare, perché con i suoi bilanci continuamente corretti (in peggio), con un rosso da 1,7 miliardi in nemmeno due anni (2014 e primi 9 mesi del 2015), il ritorno all’attivo previsto solo dal 2017, ma soprattutto con una svalutazione di oltre l’80% del valore delle azioni, ce da indignarsi. Senza contare che nei giorni scorsi sono comparse notizie e rumors di ogni tipo, a partire dai fantomatici sms che sarebbero stati inviati a alcuni soci con l’invito a recarsi in banca e firmare una delega in bianco per la partecipazione assembleare. L’onore delle cronache, economiche, politiche e giudiziarie, Veneto Banca lo detiene da mesi e non in termini positivi. Si parla di clienti a cui sono state vendute obbligazioni senza informazione, ma anche di altri che per ottenere credito sarebbero stati obbligati a comprare – con parte di quello stesso denaro – azioni per sostenere il patrimonio e gli aumenti di capitale. E mentre s’annunciano esposti e denunce, è forte la pressione contro il vecchio cda la cui immagine s’incarna nel duo Flavio Trinca-Vincenzo Consoli, rispettivamente – entrambi ex – presidente (ha lasciato nel 2013) e direttore generale (dimissionario pochi mesi fa). Contro di loro è stata ventilata un’azione di responsabilità della quale dovrebbe parlare in assemblea il presidente Bolla.   

Nel tendone di Villa Spineda sono attesi fino a 7.000 azionisti sugli 88.000 della banca, alcuni anche dal Vco, dove all’alba partirà un pullman. Sono previste imponenti misure di sicurezza e per un giorno il Trevigiano sarà osservato speciale di tutta Italia. Ma il travaglio della banca che fu anche la popolare di Intra non è finito perché, superato lo scoglio della spa, si dovrà applicare il piano industriale che prevede anche tagli e semplificazioni, andranno definiti gli equilibri tra gli azionisti liberati dal voto capitario, e si dovrà capire in quale direzione andrà la banca, molto probabilmente destinata a nuove aggregazioni.

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