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consiglio semideserto
VERBANIA – 12.12.2015 – La protesta, annunciata,

è andata in scena con una sfilata di banchi semivuoti. Ieri sera il Consiglio comunale di Verbania, convocato per smaltire ordini del giorno e mozioni arretrate, s’è tenuto nonostante l’annunciato forfait di gran parte della minoranza, in aperta polemica con il presidente del Consiglio comunale Marco Bonzanini. Assenti Stefania Minore (Lega Nord), Roberto Campana (M5S), Renato Brignone (Sinistra & ambiente), Carlo Bava (CittadiniConVoi) e Mirella Cristina (Forza Italia), gli unici presenti dall’inizio alla fine sono stati Vladimiro Di Gregorio (Sinistra Unita), Giorgio Tigano, Sara Bignardi (Fronte nazionale) e Marco Parachini (Comunità.vb). Hanno invece abbandonato l’aula, non senza esprimere la loro netta critica, Michael Immovilli e Adrian Chifu di Forza Silvio e Damiano Colombo di Ncd, che è anche vicepresidente del’assemblea. Colombo ha usato toni forti contro il presidente perché ha convocato il Consiglio senza concordare la data in conferenza dei capigruppo – lo prevede il regolamento – ma anche perché, da quando s’è insediato, non ha mai riunito l’ufficio di presidenza; e perché ha avviato il procedimento che contesta l’incompatibilità di Immovilli. Quest’ultimo ha annunciato al Consiglio azioni legali a tutela della sua immagine e, unendosi alle critiche del collega, ha lasciato l’aula.

Bonzanini, incalzato anche mediaticamente su questo presunto sgarbo, ha spiegato la sua posizione, ammettendo di aver probabilmente commesso una leggerezza “di sicuro non ci sarà più una convocazione senza che sia siano riuniti i capigruppo”, ma ha respinto ogni accusa di malafede. “La mia è stata un’apertura verso le minoranze, che qualcuno ha fatto diventare un atto di chiusura – ha dichiarato – per recuperare gli arretrati e accelerare i tempi. L’avevo comunicato telefonicamente a tutti. Inizialmente le assenze erano esigue e molti mi avevano assicurato a voce che sarebbero venuti. Poi sono sopravvenuti altri impegni”.

Incassate le critiche, ma anche la difesa del Pd – il capogruppo Davide Lo Duca ne ha elogiato il comportamento di apertura – ma anche di Tigano “sono stato io a dire al presidente che non serviva riunirci”, Bonzanini ha tirato dritto e il Consiglio s’è tenuto, con la richiesta-invito di Parachini a non incassare il gettone di presenza: “lo dico ai colleghi, avendo io rinunciato a inizio mandato”. Invito raccolto apertamente subito da Di Gregorio e Lucio Scarpinato di Forza Italia, e respinto da Tigano.

Le polemiche non si sono comunque esaurite e, anzi, sono proseguite oggi con una serie di comunicati e di rimpalli di responsabilità.

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