VERBANIA – 25.11.2015 – Il quesito è legittimo
e il referendum contro l’esternalizzazione del forno crematorio può partire. Così ha stabilito lunedì il Comitato dei garanti, l’organo tecnico presieduto dal segretario generale Agata Papiri e formato dagli esperti nominati dal Consiglio comunale: Giulio Gasparini e Corrado Zanetta. Dopo una prima riunione “a vuoto” per la mancata convocazione in audizione di sindaco e proponenti, la seduta bis s’è tenuta regolarmente e ha dato il via libera formale, peraltro già espresso dagli stessi garanti.
Ora scatta la seconda fase, cioè i sessanta giorni entro i quali dovranno essere presentate le mille firme di elettori verbanesi senza le quali l’avventura di chi avversa il passaggio ai privati del crematorio terminerà anzitempo. Se, invece, tutto dovesse procedere regolarmente, la parola spetterebbe al sindaco Silvia Marchionini, chiamata a fissare la data del voto e stabilire tempi modi della votazione e della campagna elettorale.
Lo scoglio del referendum è il quorum. Per essere valido, a prescindere dal sì o del no, vi deve partecipare almeno la metà degli elettori votanti alle ultime elezioni, grossomodo 8.000 verbanesi. Una cifra che i promotori sono consci sarà difficile da raggiungere. Per questo hanno avanzato la proposta che il referendum venga accorpato al referendum nazionale confermativo delle modifiche costituzionali previsto nel 2016. Non esiste una norma chiara per cui ciò possa avvenire e si dovrà attendere l’eventuale parere del ministero dell’Interno, che di norma – vedi le elezioni dei consigli di quartiere distinte dalle comunali – tende a evitare la sovrapposizione.