1

riemann bernhard
VERBANIA – 22.11.2015 – Nei giorni scorsi ha iniziato

a circolare in internet, diffusa anche da alcune agenzie di stampa e testate nazionali di un certo livello, la notizia che un professore nigeriano, tal Opeyemi Enoch, avesse risolto uno dei dilemmi matematici del millennio, l’ipotesi di Riemann.

Ai più questo nome non dice nulla ma a Verbania, che l‘annota nella sua topografia, evoca una storia poco conosciuta. Selasca, 20 luglio 1866. Si spegne nella casa sul Lago Maggiore che ne aveva alleviato le sofferenze fisiche dovute alla tubercolosi, Georg Friedrich Bernhard Riemann. Era un signore tedesco di quarant’anni, nato a Breselenz da un pastore protestante. Era marito, padre, ma soprattutto matematico. Ma non un matematico qualunque, bensì uno di coloro che ha lasciato al mondo un dilemma, una sfida. Il teorema di Riemann è uno dei sette Millenium problems per la cui soluzione il Clay mathematics institute mette in palio un milione di dollari. La sua funzione “zeta”, banalmente spiegata, permetterebbe di individuare i numeri primi. Che cosa siano i numeri primi è una nozione che si acquisisce alle elementari: sono i numeri divisibili solo per uno e per se stessi. Quelli più “bassi” li sappiamo a memoria e non fatichiamo a riconoscerli: 2, 3, 5, 7, 11, 13 e così via. Quando si supera però una certa dimensione, il calcolo diventa difficile e più si procede, anche i supercalcolatori faticano. Stabilirne la distribuzione equivale a impossessarsi delle chiavi per aprire numerose porte ancora chiuse in diverse branche della matematica.

L’ipotesi di Riemann fu formulata nel 1859 e da allora nessuno l’ha dimostrata, anche se in questi giorni è comparso il professor Enoch e più d’un esperto ritiene che sia tutto un falso, tanto che si sono mobilitati già gli esperti ant-bufale che monitorano la rete e che ritengono il "caso" rientrare pienamente nella categoria.

John Nash, il geniale matematico affetto da schizofrenia portato sugli schermi cinematografici da Russel Crowe in “Beautiful mind” ha provato senza successo a risolvere il mistero. Così come tanti altri, compresi i professori che negli ultimi anni si sono radunati a Verbania per convegni e meeting dedicati a Riemann. Di lui rimane una lapide nel cimitero di Selasca – la tomba originale fu rimossa – e una via a Intra, traversa di corso Cairoli che si interseca con via Muller.

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Se prosegui nella navigazione di questo sito acconsenti l'utilizzo dei cookie.