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lo duca brezza
VERBANIA – 14.11.2015 – Si scalda il clima di firmopoli.

Dopo le accuse politiche di Comunità.vb contro maggioranza, sindaco e giunta per non aver costituito parte civile il Comune e la replica di Marchionini, è il Pd a prendere la parola.

Il capoguppo Davide Lo Duca (nella foto, a sinistra, a fianco del segretario cittadino Riccardo Brezza) oggi ha inviato un comunicato in cui rigetta la richiesta di costituzione di parte civile del gruppo di minoranza per due motivi: “ci sono casi considerati, anche nella pena, come molto diversi e quindi non omologabili in alcun modo; l’altezza morale delle nostre persone coinvolte è riconosciuta da tutti e da sempre, e in tal senso rafforza tale riconoscimento il passo di responsabilità compiuto a testa alta da Diego Brignoli a salvaguardia delle Istituzioni”. Poi l’affondo: “Quanto accaduto è figlio dell’abbandono della città da parte del centro destra, unica vera ragione perché pochissimi certificatori (Consiglieri Provinciali uscenti) hanno potuto/voluto mettersi a disposizione delle tantissime liste in corsa a sostegno di diversi candidati (…). Si chiedano quindi i rappresentanti del centro destra, oggi in Comunità.Vb, quale sia la propria responsabilità dell’abbandono politico della città. E, se lo riterranno, versino pure i danni”.

Vista dai democratici, la vicenda è un regolamento di conti interno al centrodestra: “Se Comunità.Vb ancora prova acredine nei confronti di una parte del centro destra qualifichi in quel senso le sue richieste ma non tiri per la giacchetta il nostro partito e la nostra maggioranza attaccando con ulteriore cattiveria persone che già vanno incontro ad una pena eccessiva”.

Secondo Lo Duca la legge elettorale merita “una seria revisione”. “La richiesta di danni da parte della lista Comunità.Vb – scrive il capogruppo Pd – vedrebbe nei casi delle firme la responsabilità per il proprio limitato ingresso in Consiglio, quando tale risultato è la più semplice conclusione di una proposta politica che non ha convinto l’elettore”. In realtà la costituzione di parte civile, contrariamente a quanto afferma Lo Duca, non verte sull’esito elettorale. In questo senso le numerose eccezioni presentate dagli avvocati degli imputati sono state tutte respinte e il gup ha sposato la linea degli avvocati di parte civile Patrich Rabaini e Paolo Patacconi secondo cui il bene giuridico tutelato è il diritto di voto e il danno s’è cagionato quando, presentando liste non regolari, s’è alterata l’elezione prima ancora che si aprissero le urne.

Su questo tema si giocherà, se non in questa fase di fronte alle richieste di patteggiamento (che non prevede, salvo che il giudice lo condizioni al patteggiamento, un indennizzo, anche simbolico), le eventuali cause civili che potrebbero subire gli imputati e nelle quali, come parti civili, potrebbero costituirsi anche semplici cittadini, singoli o in una class action.

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