VERBANIA – 13.11.2015 – Luciano Abbategiovanni,
il poliziotto in servizio alla questura di Verbania che dal 19 settembre si trova agli arresti domiciliari, s’è liberato della più grave delle accuse che pendevano nei suoi confronti. Per il tentato riciclaggio, reato contestatogli dalla Procura di Verbania, le indagini del sostituto procuratore Nicola Mezzina si sono concluse con la richiesta di archiviazione, già accolta e disposta dal gip. I sospetti vertevano su un assegno di tremila euro che il poliziotto aveva tentato di incassare. L’assegno proveniva dal carnet di Pio Cusenza, gestore di locali in provincia finito al centro dell’inchiesta per spaccio di droga battezzata dai carabinieri che l’hanno portata a termine “Caprice d’elite”. Ritenendo il denaro possibile provento dello spaccio, Abbategiovanni è stato indagato, ma nessuna prova è stata trovata e, quindi, il fascicolo è stato chiuso con l’archiviazione. Ma, nello scavare nella sua attività, sono emersi gli accessi al sistema informatico di polizia che la Procura di Torino, competente per i reati che riguardano gli appartenenti le forze dell’ordine, ritiene Abbategiovanni abbia avuto irregolarmente e per fini personali. Per questi il poliziotto, che è difeso dagli avvocati Cristina Beltramini e Christian Ferretti, è tuttora indagato.