VERBANIA – 21.10.2015 – “Non siamo contrari
alla realizzazione di un nuovo meraviglioso ospedale unico, semplicemente non ci crediamo: ma se siete capaci a realizzarlo senza prima toccare gli ospedali attuali siamo pronti anche ad aiutarvi nel trasloco”. Si condensa in queste poche righe la presa di posizione ufficiale della Lega Nord sul progetto del nuovo ospedale unico provinciale in area Gravellona-Ornavasso lanciata venerdì scorso dalla Regione.
A comunicarla sono il segretario provinciale Marcella Severino e il responsabile Sanità del partito, Roberto De Magistris. Una posizione che, così dicono, “è la stessa da oltre dieci anni”. Una posizione attendista, basata sulla diffidenza “perché non abbiamo alcuna informazione su come saranno reperiti i fondi”, “perché pensiamo che questo sia una patetico metodo per rinviare nel tempo la decisione sulla soppressione di uno dei due Dea e del reparto nascite di Domodossola in vista delle prossime elezioni cittadine e non solo”. “Saremo vigili su quanto – dichiarano - verificheremo che non vengano sottratti reparti, ad uno ad uno senza clamore, come temiamo stia già accadendo. I nostri ospedali San Biagio e Castelli fino ad allora non si toccano!”
Tra le accuse a “alcuni comitati per la salute che ormai rasentano, anzi hanno passato, il segno del ridicolo” e ai voltafaccia del centrosinistra, dal Carroccio passa, al di là delle dichiarazioni, una linea diversa da quella del passato, almeno in questa fase. La Lega Nord fu, insieme al centrosinistra (Ds e Margherita in primis) nettamente contraria all’ospedale unico, tanto da promuovere nel 2002 il referendum verbanese contro il progetto di Piedimulera; E tanto da smarcarsi proprio su questo tema dal centrodestra presentandosi in solitaria alle elezioni provinciali del 2004 con lo slogan del “mantenimento e potenziamento dei due ospedali”.
Ora che il centrosinistra ha computo la più classica delle inversioni a “u” e contro l’ospedale unico non è rimasto più (quasi) nessuno, il Carroccio usa la prudenza, anche perché in ballo ci sono altre questioni di non poco conto, a iniziare dalla scelta del sito, un tema che rischia di dividere anche all’interno dei partiti.