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osp unico ott 2015
VERBANIA – 16.10.2015 – L’ospedale unico del Vco si farà. 

Nessuna voce contro, nessuna critica, proteste zero. Al Tecnoparco, questa sera, il clima era disteso e quasi cameratesco, tutto l’opposto del teso incontro di aprile alla “Fabbrica” di Villadossola. Il coniglio dell’ospedale unico estratto dal cilindro per uscire dall’impasse malamente gestita l’anno scorso del taglio di un Dea è stata una mossa vincente, di cui il governatore Sergio Chiamparino ha raccolto i frutti abilmente fatti maturare dal suo vice Aldo Reschigna nelle scorse settimane attraverso i contatti riservati con i sindaci Pd del territorio. Tutti convinti, e poco importa se presi per stanchezza o per il timore di danni elettorali prossimi venturi.

Il compito di aprire la serata è andato all’assessore alla Sanità Antonio Saitta. Chiaro, diretto, ha spiegato che due ospedali così sono uno spreco: troppo grandi con pochi pazienti e alti costi. La soluzione, il classico uovo di Colombo, è un solo ospedale, da costruire con i soldi dei privati e da ripagare con un canone d’affitto, in una sorta di leasing sanitario. Un ospedale da realizzare in 3-4 anni, mantenendo inalterati i servizi – cioè lo status quo – fino alla sua apertura. Insomma, un’idea bella e concreta in perfetto stile renziano, cioè da prendere al volo e in fretta.

Al volo perché a) l’ospedale unico è il futuro in una provincia piccola e, senza, i due nosocomi diventerebbero ancor più marginali, b) la Regione, che ha poche risorse da investire nell’edilizia sanitaria, punta forte sul Vco a discapito di altri territori.

In fretta perché prima ci si toglie il dente, prima se ne va il dolore e si zittiscono gli eventuali gufi.

Saitta ha tratteggiato i tempi: decisione entro novembre con un “patto” scritto Regione-Asl-Comuni. E il sindaco di Cannobio Giandomenico Albertella è andato oltre: accordo entro una settimana nell’assemblea dei sindaci.

Spianata la strada dai suoi e senza oppositori a tendergli imboscate, Chiamparino s’è anche permesso di aggiungere una clausola in più: “va bene l’assemblea dei sindaci – ha affermato – ma per Verbania, Domodossola e Omegna vorrei la votazione del Consiglio comunale”.

Il compito di notaio dell’accordo è stato affidato al direttore generale dell’Asl Giovanni Caruso. Manca solo un dettaglio, nemmeno troppo indifferente: dove si farà l’ospedale unico. Chiamparino non pretende “il foglio, il mappale e la particella”, ma almeno il Comune sì. E, stando alle indicazioni, sarà tra Gravellona e Ornavasso. In chiusura, dimenticandosi del can-can avviato con l’imposizione del taglio di un Dea, il governatore ha anche sventagliato un’apertura inaspettata: “Se però non sarete d’accordo su questo progetto, mi impegno a andare a Roma e a provare a giustificare, per ragioni territoriali, la presenza di due Dea. Certo, non sarà un progetto di largo respiro e che guarderà solo all’immediato…”.

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