ARONA - 21.09.2015 - Dopo i cinghiali, la “Popillia Iaponica”.
"Davvero non c’è pace per l’agricoltura nel parco del Ticino e nell'areale del lago Maggiore": parole del direttore della Coldiretti di Novara e Vco Gian Carlo Ramella. Di questo nuovo allarme s'è parlato in un recente tavolo di confronto alla presenza dell'assessore regionale Giorgio Ferrero. È emerso che la guerra a questo coleottero alieno si vince puntando sul monitoraggio di aeroporti e zone a rischio. In tale occasione la Provincia di Novara ha chiesto la posa di trappole “spia” per individuare tempestivamente gli esemplari e scongiurare, così, infestazioni; non è stato nemmeno escluso un rastrellamento manuale. Si sta parallelamente valutando la possibilità di definire delle forme d'indennizzo per le aziende più colpite dall'azione di questo insetto killer di origine giapponese che si nutre di quasi trecento specie vegetali. Qualche esempio: il mais, la vite, il pomodoro, i meli, i fiori, i noccioli, i tigli, i noci, gli aceri, i faggi, le betulle, gli ontani, l'erba medica, i fagioli, gli asparagi, le zucchine, le rose e le dalie. La “Popillia Iaponica” è probabilmente arrivata alle nostre latitudini attraverso un volo atterrato a Malpensa per poi dare vita a una velocissima diffusione. Per il consigliere provinciale di Novara con delega all'Agricoltura Massimo Bosio "i danni più significativi sono provocati dalle larve che si nutrono delle radici di molte piante. Servono, allora, interventi immediati per contrastare l’avanzata del coleottero, e per evitare di dover gestire la situazione in regime di emergenza". Frattanto nelle località dov'è stata segnalata la presenza di questo coleottero, che non risulta avere predatori naturali specifici, è stato distribuito un volantino informativo: gli avvistamenti, possibilmente corredati con fotografie degli insetti e delle piante colpite, vanno inoltrati al Servizio fitosanitario regionale.