VERBANIA – 20.03.2015 – Gli effetti del Jobs Act toccheranno da vicino anche i frontalieri del Vco, che avranno più soldi e tutele. Con la pubblicazione in gazzetta ufficiale della riforma del lavoro è nata la Naspi, sigla che indica la nuova indennità di disoccupazione e che manda in pensione l’Aspi, rispetto alla quale è migliorativa, sia negli importi, sia nei limiti di accesso.
La Naspi, che varrà per chi perde il lavoro dal 1° maggio, sarà pari al 75% della media degli stipendi degli ultimi quattro anni se la cifra è sotto i 1.195 euro lordi, fino a 1.300 euro lordi come tetto massimo, riducendosi del 3% al mese dal quinto mese in poi. La novità è che potrà essere corrisposta per al massimo 24 mesi (18 dal 2017) e sempre in rapporto al periodo lavorato. Il riconoscimento e l’erogazione spetteranno all’Inps.
Per i frontalieri è un passo in avanti perché la Naspi è più “ricca” dell’Aspi, ma non è ancora sufficiente a cancellare il danno subito con il congelamento della legge 147/97. Legge che ha sempre tutelato gli italiani che perdevano il posto di lavoro in Svizzera, soprattutto gli stagionali del turismo, ai quali nei periodi “a casa” veniva riconosciuto il 50% dello stipendio lordo percepito oltreconfine per un anno al massimo.
A fine 2012 l’Inps ha unilateralmente deciso di non applicare più quelle condizioni, mettendo in ginocchio gli stagionali svizzeri adeguando il loro sussidio di disoccupazione a quello, più basso, italiano.
La decisione ha sollevato proteste da parte dei sindacati, italiani e svizzeri, ma non ha trovato una soluzione definitiva. E soprattutto, a oltre due anni di distanza, nessuna autorità italiana ha spiegato che fine hanno fatto i 200 milioni di euro trattenuti dalle buste paga elvetiche ai frontalieri e trasferiti all’Inps proprio per coprire l’indennità di disoccupazione che, quindi, non era una “regalia” dell’Italia ma un diritto acquisito con le proprie tasse.
Sono 6.000 (1.000 di Verbania) i residenti del Vco che quotidianamente varcano i valichi con il Canton Ticino per lavoro e costituiscono quell’esercito di 60.000 distribuito tra le province insubriche: Varese, Como, Lecco.