VERBANIA – 06.09.2015 – Un faro ma anche un fascio,
opera architettonica e ingegneristica indispensabile al progresso e al commercio ma anche simbolo e mezzo di propaganda del fascismo. Capo Guardafui, in Somalia, è uno dei punti nevralgici sulle rotte commerciali dell’Asia e dell’Africa, da sempre. Lì, durante il periodo del colonialismo, l’Italia del Duce fece erigere, al posto di quello precedente, il faro intitolato allo statista Francesco Crispi. Un faro la cui foggia, del tutto simile al Fascio littorio, avrebbe dovuto ricordare la grandezza del regime nel mondo.
Ora che la monarchia e il fascismo non ci sono più e che sono passati decenni, la storia di quest’opera è stata riscoperta da un giovane fotogiornalista, Alberto Alpozzi, che ha scritto il volume “Il faro di Mussolini”. Il testo è stato presentato ieri sera alla biblioteca civica “Pietro Ceretti” di Pallanza dall’autore e dagli organizzatori, Fabio Volpe Sciumé e Damiano Colombo per il Comitato 10 febbraio. L’evento ha avuto il patrocinio del Comune d Verbania, presente con il vicesindaco Marinella Franzetti. Nel pomeriggio, a Palazzo di Città, l’incontro con il sindaco Silvia Marchionini (nella foto).