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VERBANIA – 04.09.2015 – Inagibile e contestato, eppure riaperto e assegnato.

C’è un piccolo “giallo” attorno al campo di Fondotoce, che nell’ultimo mese è tornato d’attualità dopo due anni di silenzio.

La premessa ai fatti recenti è la chiusura dell’impianto disposta nel 2013 dal Comune, che ne è proprietario, perché gli spogliatoi sono stati realizzati abusivamente e quindi sono inagibili. Nessuno li ha più utilizzati da due campionati. La giunta Marchionini nell’autunno 2014 ha preso in mano la pratica e ha proposto alla Commissione Urbanistica un percorso per sanare gli abusi edilizi e le regolarità amministrative. Di fronte al “no” di numerose forze politiche, il percorso s’è rallentato, pur procedendo sottotraccia, almeno fino a pochi giorni fa. Il 18 agosto, in un comunicato stampa diffuso dal portavoce di sindaco e giunta, se ne annunciava la riapertura. “Si ricorda infine che la struttura di Fondotoce è stata riaperta (dopo la regolarizzazione sul piano urbanistico e igienico sanitario) e data in gestione alla società locale che si occuperà delle migliorie – si legge nella nota –: si restituisce alla comunità di Fondotoce un impianto chiuso da due anni”.

La società locale è il Gs Fondotoce, un gruppo di volenterosi della frazione che ha dato vita a un’associazione con lo scopo di salvaguardare la struttura come patrimonio della comunità. Il Gs Fondotoce, tuttavia, non svolge attività sportiva calcistica in Figc, al contrario del Victor Intra, il club presieduto dal consigliere comunale Michael Immovilli, che con due lettere ufficiali il 22 giugno e il 20 luglio aveva chiesto formalmente al Comune la gestione. La giunta, come detto, ha scelto il Gs Fondotoce, che a sua volta ha presentato domanda il 4 agosto. Le modalità sono le stesse dello stadio “Pedroli” alla Virtus Verbania e di Renco e Possaccio all’Accademia Verbania calcio: contratto di un anno, nessun affitto, manutenzione ordinaria e straordinaria a carico del gestore.

Su questa operazione c’è la contestazione di Immovilli e del Victor Intra, che tramite l’avvocato Marco Marchioni ha già scritto al Comune ravvisando l’illegittimità dell’affidamento e chiedendo la revoca in autotutela dell’atto, pena l’avvio di un contenzioso legale. La Victor ritiene di essere stata ingiustamente penalizzata perché il Comune non ha nemmeno tenuto in considerazione la sua richiesta scritta – contrariamente a quelle degli altri pretendenti il “Pedroli”, citati nella delibera che dà lo stadio alla Virtus – dando il campo a una società che l’ha chiesto dopo e che nemmeno svolge attività calcistica.

Come se non bastasse la querelle sul “chi”, c’è anche quella sul “che cosa”. Chi gestirà l’impianto è meno importante di “che cosa” gestirà. Secondo il comunicato stampa del Comune citato prima si parla di avvenuta “regolarizzazione sul piano urbanistico e igienico sanitario”. Alla richiesta, da noi inoltrata il giorno successivo (19 agosto) al portavoce del sindaco di avere copia dei documenti, non è mai arrivata risposta. Esiste tuttavia una nota ufficiale del dirigente del settore, architetto Vittorio Brignardello – datata 25 agosto – secondo cui “la regolarizzazione sotto il profilo urbanistico-edilizio non si è ancora formata”.

In conclusione: la struttura non è sanata ma è stata assegnata e l’assegnazione è contestata. C’è poi aperta un’altra partita che riguarda i danneggiamenti subiti dagli spogliatoi per i quali il Comune ha sporto denuncia contro ignoti. 

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