VERBANIA – 24.07.2015 – Il suo corpo riposa a Biganzolo,
nel cimitero che ospita anche le spoglie del matematico tedesco Bernhard Riemann. Il feretro di Mohamede Konate, il ventenne profugo della Guinea annegato sabato a Intra, si trova nel più alto dei campi, rivolto alla Mecca come richiede la tradizione religiosa islamica.
Era partito dall’Africa in cerca di un futuro migliore e dopo pochi giorni è morto annegato per una fatalità, forse anche un’imprudenza. Cercava ristoro nelle acque del lago e la serenità dopo una vita difficile in Africa e invece è morto. Come Riemann, che a metà ‘800 aveva affidato all’aria fresca di Selasca la cura della sua tubercolosi. Riemann si spense in giardino, accanto alla moglie e promettendo che la sposa avrebbe dato un bacio alla figlia. Mohamede la moglie e la figlie le ha lasciate in Guinea e, per loro, s’è aperta una raccolta di solidarietà promossa dal gruppo Abele.
I volontari dell’associazione che si occupa dell’accoglienza dei profughi in corso Mameli a Intra erano presenti stamattina alla cerimonia funebre, insieme a tanti migranti di quella struttura e di quella di Antoliva e a chi fa parte di quella rete dell’assistenza che s’è creata nell’ultimo anno attorno ai migranti. A rappresentare il Comune – che ha aperto uno spazio nel cimitero che d’ora in poi sarà solo per i deceduti di fede musulmana – il vicesindaco Marinella Franzetti. Una cerimonia raccolta, accompagnata da brevi discorsi e dal ringraziamento giunto tramite sms dal fratello di Mohamede a chi gli è stato vicino accompagnato dall’augurio che sia sereno in paradiso.