VERBANIA – 23.07.2015 – No al Comune, sì a Edison.
Il processo Montefibre ter che ha iniziato ieri in tribunale a Verbania il suo percorso giudiziario, porta con sé due novità. La prima è il mancato riconoscimento del comune di Verbania come parte civile e, quindi, la sua esclusione. La seconda, che ha portata quasi storica, è che il giudice Raffaella Zappatini ha accolto le richieste degli avvocati delle parti civili e ha disposto che sia citata come responsabile civile Edison spa.
Non è un fatto da poco perché finora l’unica indicata a pagare per i danni dei dipendenti malati e per i parenti delle persone morte per le malattie professionali legate all’amianto era stata Montefibre, società messa in liquidazione, svuotata e, quindi, diventata una scatola vuota. Il nesso tra Montefibre e Edison è stato dimostrato in particolare dall’avvocato dell’Inail, Elia Pagliarulo, che ha ricostruito i passaggi societari. Montefibre fu fondata nel 1972 da Montedison la quale si occupò delle pratiche assicurative dei dipendenti, posizioni Inail comprese. Quando, nel 2002, Montedison è confluita per incorporazione in Edison, s’è portata appresso questa responsabilità, anche se con Montefibre non ha rapporti diretti. Nei due precedenti processi, uno già chiuso in Cassazione e l’altro che ha visto l’altro ieri la lettura della sentenza (con otto condanne) d’Appello a Torino, non era mai accaduto.
Il Montefibre ter verte su venti casi di mesotelioma della pleura e di asbestosi. E in cantiere c’è già un Montefibre quater che sta istruendo il pm Nicola Mezzina, l’uomo che da anni lavora al caso e che con la sentenza dell’altro giorno ha visto confermate le sue tesi.