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consiglio comunale verbania marzo 2015
VERBANIA – 04.07.2015 – La parola fine sarà scritta

entro fine mese e, probabilmente, a prescindere dall’esito sarà un bene per tutti. Perché, nonostante nessuno lo ammetterà mai, la Commissione d’indagine riservata sulle case popolari di via Case Nuove che il Consiglio comunale ha istituito il 31 marzo è stato un flop fin dall’inizio. A partire da quella sera stessa, dal disaccordo della maggioranza sulla sua istituzione (il sindaco e la civica “Con Silvia per Verbania” votarono contro) e dal fatto che 6 gruppi su 13 se ne sono chiamati fuori fin da subito. E, così, mentre tutto stancamente, e con non troppo interesse, si trascina avanti nel tempo, ecco che arriva l’intervento del consigliere di minoranza – Gruppo misto – Stefania Minore, a dare una bella scossa: “Annuncio la mia uscita dalla commissione e che ho presentato un esposto alla Corte dei conti”. Minore accusa il presidente del Consiglio comunale e della Commissione, Diego Brignoli, di essere colpevolmente in ritardo e di non aver garantito “un corretto svolgimento (…), iniziando dal tempo dedicato all'approfondimento fino alla “mancata convocazione del consigliere Marco Parachini, allora assessore, pedina fondamentale per comprendere nella totalità la vicenda”. Parlando di conduzione “assolutamente inadeguata”, di “lavori svolti in modo carente e non garantista”, stronca la Commissione e rinvia tutto alla magistratura contabile.

In verità già lo stesso Parachini, che alla Commissione è estraneo perché parte in causa, aveva criticato Brignoli chiedendone le dimissioni, suscitando la replica di Pd e Sinistra Unita, per l’ultima volta d’accordo su qualcosa prima della scissione in maggioranza.

Il diretto interessato, però, getta acqua sul fuoco e spiega che “ho scritto la relazione finale, l’ho spedita a tutti i componenti, ricevendo per la verità solo la risposta di Roberto Campana (M5S, ndr). Ho convocato una riunione per mercoledì e ci sarà un Consiglio comunale entro fine mese”.

Sugli esiti non dice nulla, ma ribadisce che “non è un processo”. “La Commissione serviva per capire, per approfondire, non siamo ai tempi dell’Inquisizione”.

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